a cura di Vincenzo Cardone

Un barlume di speranza che era sepolto in me ha preso luce ad inizio quarantena. La bellezza dei social, quello puro, essenziale, di condivisione e spensieratezza sparito poi nel nulla a distanza di pochi giorni.

Mi chiamo Vincenzo prossimo ai 34 anni, professione (tra le più) “generatore di contenuti”, mi definisco un project & creative manager, anche se non so realmente cosa significhi ma oggi fa figo. Seguo le mie passioni sin da piccolo, ho fatto dello sport -nuoto- uno stile di vita, allevo piccoli futuri campioni e curo l’acqua delle piscine come se fosse ferrarelle. Da sempre amante della comunicazione!

Torniamo ai social, in particolare a Facebook, più di 2 miliardi di utenti attivi mensilmente (nome che prende spunto da un elenco con nome e fotografia degli studenti, che in alcune università statunitensi distribuivano all’inizio dell’anno accademico per aiutare gli iscritti a socializzare tra loro) e focalizziamoci sul termine “socializzare“:

I social rappresentano, da sempre, uno spazio dove mettersi in mostra, incuriosirsi, svagarsi, divertirsi,  fare nuove e vecchie conoscenze, insomma un posto dove passare del tempo staccando un po’ la spina e rilassarsi. Il paradiso!!! 

A tutto ciò si è aggiunta da qualche anno una politica propagandistica che anziché riempire quest’enorme contenitore digitale di contenuti seri e riflessivi, di programmazione e informazione, ha lasciato spazio a discutibili manovre di persuasione che di “socializzazione” ha ben poco.

Risultato: la gente, i nostri “amici” digitali si sono incattiviti, portando il tutto ad un livello bassissimo di interazione.  D’altronde come dice un vecchio proverbio “l’ignoranza è madre dell’arroganza“; ignoranza che non va confusa con la mancanza di un titolo di studio ma con l’ignorare determinate cose. Ci si ferma alle apparenze ed in questo un po’ di colpa ce l’hanno sopratutto i social, perché non dimentichiamolo, siamo noi a decidere cosa mostrare alle persone della nostra vita…

Siamo finiti in un mondo parallelo, surreale, dove si trova tutto e il contrario di tutto; si è finiti col leggere un titolo e gridare allo scandalo ed è proprio quello che ci ha portato alla politica attuale, quindi non ci lamentiamo. Siamo attori e protagonisti del nostro tempo e… dei nostri social!

Vi lascio con una “lettura guida” che una Maestra di Vita un giorno ci ha donato:

Se (di Rudyard Kipling)

Se riuscirai a non perdere la testa quando tutti
la perdono intorno a te, dandone a te la colpa;

se riuscirai ad aver fede in te quando tutti dubitano, e mettendo in conto anche il loro dubitare;

se riuscirai ad attendere senza stancarti nell’attesa, se, calunniato, non perderai tempo con le calunnie, o se, odiato, non ti farai prendere dall’odio, senza apparir però troppo buono o troppo saggio;

se riuscirai a sognare senza che il sogno sia il padrone; se riuscirai a pensare senza che pensare sia il tuo scopo, se riuscirai ad affrontare il Successo e l’Insuccesso trattando quei due impostori allo stesso modo

se riuscirai ad ascoltare la verità da te espressa distorta da furfanti per intrappolarvi gli ingenui,
o a veder crollare le cose per cui dai la tua vita
e a chinarti per rimetterle insieme con mezzi di ripiego;

se riuscirai ad ammucchiare tutte le tue vincite e a giocartele in un sol colpo a testa-e-croce,
a perdere e a ricominciar tutto daccapo, senza mai fiatare e dir nulla delle perdite;

se riuscirai a costringere cuore, nervi e muscoli, benché sfiniti da un pezzo, a servire ai tuoi scopi, e a tener duro quando niente più resta in te tranne la volontà che ingiunge: “tieni duro!”;

se riuscirai a parlare alle folle serbando le tue virtù,
o a passeggiar coi Re e non perdere il tuo fare ordinario; se né i nemici né i cari amici riusciranno a colpirti,
se tutti contano per te, ma nessuno mai troppo;

se riuscirai a riempire l’attimo inesorabile
e a dar valore ad ognuno dei suoi sessanta secondi,
il mondo sarà tuo allora, con quanto contiene,
e – quel che è più – tu sarai un Uomo, ragazzo mio!

Se volete ve la presento 😉