a cura di Massimo Giuliani

 Ad una prima quanto superficiale analisi potremmo semplicemente definire l’Istruttore di Nuoto come colui che insegna a nuotare, ma considerando invece i diversi contesti in cui questo si trova ad operare, il tempo più o meno lungo passato con gli allievi, ma soprattutto l’approccio metodologico e didattico all’insegnamento, non tardiamo ad identificare l’istruttore come una figura complessa chiamata a ricoprire diversi ruoli ed a svolgere per questo diverse funzioni. 

Amo definire l’istruttore appunto come FIGURA POLIMORFA e POLIVALENTE.

Polimorfa in quanto che deve assumere diversi ruoli e quindi essere in grado di mostrarsi in modo diverso a seconda del momento e degli allievi, l’istruttore ha perciò molteplici sfaccettature, che cambiano in relazione ai diversi contesti di insegnamento.

Polivalente per il fatto che spesso l’istruttore è chiamato ad assolvere a diverse funzioni e per questo deve praticamente saper fare diverse cose.

In alcuni testi didattici si arriva addirittura a parlare di regola delle “3 S”: SAPERE, SAPER FARE, SAPER FAR FARE.

Ma ritornando invece ai compiti e ruoli nell’istruttore si ritrovano 3 figure tipiche: l’Animatore, l’Educatore, il Tecnico insegnante.

L’Animatore è colui che interessa gli allievi, fa giocare i bambini, tiene sempre viva la attenzione ben conscio dello stretto legame esistente tra ambiente giocoso, gioioso e motivazione ad apprendere. Nella gioia di stare insieme, nella giocosità dell’ambiente, aumenta la complicità ed il rispetto per colui che ci intrattiene, ci interessa e ci diverte, in pratica si impara meglio se siamo “predisposti a…” L’animatore rappresenta quindi la figura più importante in corsi di bambini.

L’Educatore è la figura che deve insegnare le regole, le norme del vivere insieme agli altri, le leggi del vivere in comune. Oltre a questo l’istruttore-educatore deve contribuire insieme alla famiglia, alla società a spiegare la differenza dei ruoli, e come, quando questi ci sono, debbano essere rispettati. L’educatore contribuisce quindi a inserire l’allievo (futuro cittadino) in un gruppo di compagni, in un gruppo di lavoro. Ai bambini piccoli l’educatore comincerà a far rispettare le regole, ad esempio anche nei giochi esistono appunto le regole, il giuoco senza regole non è neppure divertente. Il particolare aspetto dell’educatore acquisisce quindi importanza con i bambini dell’asilo e con le prime classi della scuola elementare. Il bambino, e poi il ragazzo, deve capire che c’è un tempo per tutte le cose, c’è un tempo per giocare e c’è un tempo per eseguire, con questo impara anche che esiste il momento in cui l’Istruttore dà non solo dei consigli, ma dei compiti da svolgere, ed in quei momenti “il giuoco dell’apprendimento” funziona solo se si rispettano appunto i ruoli e le funzioni.

Il Tecnico è invece la figura di colui che deve impartire degli insegnamenti e  trasmettere delle conoscenze. In questo caso si dice che il tecnico possiede dei contenuti di conoscenza che vengono trasferiti con l’atto didattico all’allievo.

 

 

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    Il Tecnico-Insegnante deve conoscere molto bene gli argomenti di conoscenza, perché questo è il presupposto dell’insegnamento. In pratica se l’istruttore fosse solo Animatore od educatore, senza trasmettere i contenuti di conoscenza assolverebbe solo in parte alle sue funzioni. 

Le tre figure sono sempre presenti in ognuno di noi e quindi in ogni istruttore, ma ciascuno avrà  appunto nella propria personalità, plasmata dalle esperienze  socio-culturali, una figura che predomina sulle altre. Da questo ne segue che ogni istruttore (ma diciamo pure maestro, professore, ecc) dovrebbe essere in grado di insegnare a qualsiasi allievo o gruppi di allievi , ma nella realtà solo con alcuni si troverà veramente a suo agio.

Questo perché ad ogni età corrispondono esigenze di interrelazione personale diverse, e questo si complica ancor più nell’adulto quando anche il tipo delle esperienze passate nella vita, la cultura, la religione, i contatti sociali abituali, possono influire profondamente sulla esigenza o meno nell’opera di insegnamento di una o più delle figure viste. In linea di massima riferendosi all’età cronologica diremo che le tre figure dovranno essere sempre presenti ma ad esempio con i bambini molto piccoli sarà necessario l’animatore, con i bambini delle elementari e delle scuole medie assumerà più rilievo la figura dell’educatore, mentre con gli adulti la figura del Tecnico sarà quella più chiamata in causa.

Il compito ad esempio del Direttore Tecnico sarà quello di cercare dove possibile di utilizzare l’ Istruttore giusto con il corso giusto (al posto giusto).

Ma vediamo brevemente come avviene l’insegnamento, cioè come si instaura quella connessione di menti ed intenti (con condivisione degli obiettivi) che viene appunto definita ATTO DIDATTICO.

Nella moderna Didattica, che è la scienza dell’insegnamento,  si definisce come ATTO DIDATTICO un  metodo dinamico, biunivoco, che si inserisce su soggetti umanamente reagenti e proagenti.

Sezionando ancor più la definizione avremo che:

Metodo: quindi principio unitario che ha possibilità di applicazioni universali.

     Dinamico e Biunivoco: processo in continua evoluzione che avviene nei due sensi.

     Soggetti Umani: esseri con personalità uniche che pensano e si comportano quindi in maniera peculiare.

     Reagenti e Proagenti: I soggetti in apprendimento reagiscono alla lezione ed al tempo stesso possono con i messaggi volontari ed involontari che emettono proagire verso l’insegnante, che modificherà di conseguenza il proprio modo di agire. 

Da questa attualissima definizione dell’atto didattico, cioè di quel processo con cui inizia ed avviene l’insegnamento, si capisce come in pratica in questa ottica i soggetti in apprendimento sono sempre due Allievo e Maestro.

Le basi della conoscenza di ogni istruttore dovranno perciò appartenere a queste 4 aree:

La preparazione Tecnica

La preparazione medico-fisiologica

La preparazione Psico-pedagogica.

La preparazione metodologico-didattica.